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"Viaggio sola" è il terzo lungometraggio di Maria Sole Tognazzi, figlia d'arte che al padre ha dedicato il documentario "Ritratto di mio padre". Il film racconta la vita di Irene (Margherita Buy) che, arrivata a quarant'anni senza un compagno né un lavoro stabile si interroga su cosa sia per lei la felicità. Nel cast anche Gianmarco Tognazzi e Stefano Accorsi. La regista racconta alla stampa il desiderio di dare voce a quel 17% di single appagati che raramente è preso in considerazione al di fuori delle statistiche. |
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La protagonista del film, Irene, lavora come mistery guest ... |
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Irene ha un lavoro molto particolare, che la costringe a viaggiare sempre e accentua la sensazione di non avere radici: si presenta in incognito negli alberghi di lusso, e durante il soggiorno, ovviamente all’insaputa del personale, valuta se l’hotel ha uno standard sufficiente per mantenere la sua categoria. Qualsiasi dimenticanza o sciatteria viene annotata: è un punto in meno. La vedremo nel corso del film compiere la sua meticolosissima ispezione in vari alberghi: tra le nevi delle Alpi, in grandi città europee, in Africa. |
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In che modo questo lavoro influenza il suo modo d'essere? |
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Irene è il punto d'incontro tra due mondi che, nel nostro presente, sono più distanti che mai: i ricchissimi e i piccolo-borghesi che possono solo sognare quella ricchezza o viverla un’unica volta nella vita, magari in viaggio di nozze. Irene, fingendo di essere una ricca cliente, vede e capisce entrambi questi mondi, con la lucidità di un'entomologa e l'emotività di una donna. |
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Quindi la protagonista vive costantemente in viaggio. Quali sono i suoi punti di riferimento nella vita? |
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Nella vita nomade di Irene, il grande punto di riferimento quando torna a Roma è Andrea, il suo ex. Sembra un rapporto perfetto: nessuna gelosia, solo una gran voglia di stare insieme e condividere le cose che li appassionano, come due fratelli.
Il concetto di maternità mancata nel film viene vissuto dal punto di vista maschile. Infatti Andrea, dopo l’avventura di una notte con una semisconosciuta, scopre che la donna è rimasta incinta e ha deciso di tenere il figlio, che lui voglia o no. Dopo un iniziale rifiuto, Andrea accetta l’idea di diventare padre e di prendersi le sue responsabilità, mentre Irene rimane lo “scapolo” della coppia e vive questa sua decisione quasi come un abbandono. |
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In che modo questa donna capirà quali sono le sue priorità? |
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Il cammino interiore di Irene, l'analisi su se stessa, sul suo futuro umano e professionale, scaturiscono dal confronto con Andrea e con sua sorella Silvia (sposata e con prole), ma sarà una sconosciuta, l'antropologa Kate a fornirle lo specchio in cui guardare un suo ipotetico avvenire. Kate è una vestale della libertà e dell'indipendenza femminile, single come la nostra agente. |
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Il messaggio del film è che la libertà non esiste? |
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È vero che la libertà può fare paura e essere scambiata per solitudine, ma in verità la libertà in se stessa non esiste, è sempre un compromesso. L’unico vero atto di libertà è scegliere a cosa rinunciare. Alla fine del film Irene avrà fatto la sua scelta: proseguire felicemente nella sua vita nella consapevolezza di ciò a cui sta rinunciando. |
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