Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Leos Carax

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Dopo due apparizioni, al Festival di Cannes 2012 e al Festival di Torino dello stesso anno, arriva nelle sale italiane "Holy Motors" del franco-statunitense Leos Carax. Già autore di culto per molti, Carax racconta la storia onirica e surreale di un killer (Denis Lavant, che prosegue la sua proficua collaborazione con il regista) che deve portare a termine dieci contratti in un giorno solo. Carax racconta alla stampa il suo film, guidando il pubblico nei meandri di una storia tutt'altro che lineare.
Intervista Leos Carax: Domanda 1Lei compare all’inizio del film, in una sorta di prologo, che più precisamente e letteralmente rappresenta un’ouverture. Da dove viene
l’idea di essere fisicamente presente sullo schermo?
Prima di tutto mi é venuta in mente quest’immagine di una sala cinematografica, grande e piena, nel buio della proiezione. Ma gli spettatori sono completamente immobili, e i loro occhi sembrano chiusi. Sono addormentati? Sono morti? Il pubblico al cinema visto di fronte - cosa che nessuno vede mai (salvo nello straordinario finale di “The Crowd “di King Vidor). Poi la mia amica Katia mi ha fatto leggere un racconto di Hoffmann. Il protagonista scopre che la sua camera d’hotel dà, attraverso una porta nascosta, su una sala d’ opera. Come nella frase di Kafka, che potrebbe servire da preambolo ad ogni creazione: "C’e’ nel mio appartamento una porta che fino ad adesso non avevo notato". Ho quindi pensato di far cominciare il film con questo dormiente, risvegliato in piena notte, che si ritrova in pigiama in una grande sala cinematografica piena di fantasmi. Instintivamente ho chiamato l’uomo, il sognatore del film, Leos Carax. Quindi ne ho recitato la parte.
Intervista Leos Carax: Domanda 2In che misura "Merda", il vostro contributo al film "Tokyo!", ha giocato
un ruolo nel concepimento di "Holy Motors", dove il personaggio di Merda è uno degli avatar di Denis Lavant?
Holy Motors è nato dalla mia impotenza a montare diversi progetti, tutti in lingua straniera e all’estero. Incappavo sempre neidue medesimi ostacoli: casting & soldi. Non potendone più di non girare, mi sono ispirato all’esperienza di “Merda”, che era un film su commissione giapponese. Mi sono passato da solo la commissione di un progetto fatto nelle stesse condizioni, ma in Francia: immaginare in fretta, per un attore già scelto, un film non troppo caro. Tutto ciò é stato reso possibile dall’uso di videocamere digitali, che io disprezzo (perché esse si impongono o ce le impongono), ma che rassicurano tutti.
Intervista Leos Carax: Domanda 3L’idea dei motori, della motorizzazione, dell’importanza delle macchine
è allo stesso tempo rivendicata dal titolo e presente in maniera implicita
nel film. Quest’idea è all’origine del film o ha preso forma poco a poco?
Non c’é nessuna idea all’inizio di un progetto, nessuna intenzione. Ma due o tre immagini e sentimenti, che io monto insieme. Per “Holy Motors”, avevo tra l’altro l’immagine di quelle limousine extra- lunghe che si vedono in giro da qualche anno. Le ho incrociate per la prima volta in America, e adesso a Parigi, nel mio quartiere ogni domenica, durante i matrimoni cinesi. Sono veramente conformi alla loro epoca. Allo stesso tempo kitch e come un pugno nell’occhio. Belle se viste dall’esterno, ma all’interno si percepisce una sorta di tristezza; come in un hotel di passaggio. Comunque mi toccano. Sono obsolete, come i vecchi giocattoli futuristi del passato.
Credo che segnino la fine di un’epoca, quella delle grandi macchine visibili. Molto in fretta, queste macchine sono diventate il cuore del film, il suo motore oserei dire. Le ho immaginate come dei lunghi vascelli che trasporterebbero gli uomini nei loro ultimi viaggi, i loro ultimi lavori. Il film sarebbe allora una sorta di fantascienza, dove uomini, bestie e macchine si troverebbero in via d’estinzione - "motori sacri", legati da un destino comune, schiavi di un mondo sempre più virtuale. Un mondo dal quale a poco a poco scompariranno le macchine visibili, le esperienze vissute, le azioni.
Intervista Leos Carax: Domanda 4Chi è Il Signor Merda? Un fantasma venuto dal passato? Un compagno
di lavoro?
Il signor Merda è il mio immondo. E' la grande regressione post 11 settembre: dei terroristi che credono a delle storie di vergini in Paradiso, di governanti che esultano per poter finalmente approfittare dei loro pieni poteri, come dei bambini onnipotenti. E dei popoli raggelati, come degli orfani soli al buio. Il Signor Merda é la paura, la fobia. Ma anche l’infanzia. Il Signor Merda é il colmo dello straniero: l’immigrato razzista.
Intervista Leos Carax: Domanda 5Il personaggio del signor Oscar avrebbe potuto essere interpretato da
qualcun altro che Denis Lavant?
Se Denis Lavant avesse rifiutato il film, avrei proposto il ruolo a Lon Chaney o a Chaplin. O a Peter Lorre, a Michel Simon.
Intervista Leos Carax: Domanda 6In quale garage si ricoverano gli uomini una volta terminata la loro giornata? C’é per loro qualcosa di comparabile al luogo dove si conclude il film?
Esattamente là dove gli esseri umani si rifugiano di notte - la chiamiamo "la casa". Ma dov’é la vera dimora di ciascuno? E’ forse meglio vivere la propria vita per valli e monti come un esploratore, percorrendo terre e mari? O forse le nostre vere case sono già i nostri computer?
[ fonte: Estratto di un intervista per email con Jean-Michel Frodon ]
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Holy Motors
di Leos Carax
Drammatico, 2012
110 min.
Film diretti:
2012  Holy Motors
Festival di Cannes 2012
65ª Edizione