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Presentato in concorso al Festival di Roma, “Galantuomini” è l'ultimo film di Edoardo Winspeare, che è cresciuto nel Salento ma ha studiato cinema in Germania, torna a raccontare la sua terra, come aveva fatto in “Sangue vivo” (2000) e “Pizzicata” (1996).
Il film è ambientato in un periodo che va dagli anni '70 agli anni '90 e narra in buona sostanza di una storia d'amore 'impossibile' tra un magistrato e una donna, portata dalla vita a essere una criminale, con la quale è amico fin dal'infanzia. |
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Ho letto che prima di questo film hai frequentato un carcere, all'interno del quale hai incontrato una donna che ti ha ispirato? E' vero? Nel caso quanto c'è di quella donna nel personaggio di Lucia? |
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Edoardo Winspeare: E' vero che prima che iniziassi a scrivere la sceneggiatura di Galantuomini ho visitato effettivamente un carcere e che sono entrato in contatto con donne detenute. Ne ho conosciuta una alla quale mi ero affezionato, anche se lei non faceva parte della Sacra Corona Unita. Ho cominciato a farci un documentario...solo che dopo un po' è stata condannata per crimini piuttosto ingenti! Pensavo fosse una vittima e invece... |
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So che lei prima di interpretare Ignazio, il magistrato, ha consultato dei magistrati veri. Che consigli gli hanno dato? |
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Fabrizio Gifuni: In effetti ho parlato con due magistrati molto gentili. Era importante parlaci, per tanti motivi, prima di tutto perchè erano salentini e a noi interessava proprio che i magistrati rappresentati fossero autenticamente del Sud. I consigli sono stati più che altro di natura psicologica...ci hanno rassicurato riguardo la storia. Volevamo che la narrazione risultasse credibile, ricreare quello che avrebbero fatto i magistrati nati in quelle terre in quelle specifiche situazioni. Avevamo dei dubbi per esempio sul fatto che un magistrato si potesse innamorare di una donna come Lucia, ma ci hanno spiegato che ne succedono di tutti i tipi... |
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Come si è preparata al personaggio di Lucia? |
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Donatella Finocchiaro: Per lo più osservando le donne salentine, il loro sguardo severo, uno sguardo che va oltre le cose, mi piace la loro determinazione! Ad ogni modo la cosa più importante e difficile è stato riprodurre la loro durezza e la loro violenza, se vogliamo chiamarla così... |
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Questo film dimostra come il cinema italiano possa sostenere dei ruoli femminili complessi e di potere. Cosa ne pensa? |
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Edoardo Winspeare: Penso che, volendo generalizzare, siamo un paese di maschisti. Lucia è un personaggio molto intelligente in mezzo a molti cialtroni. Insieme a tutti i miei collaboratori, ci siamo molto divertiti a umanizzare e a rendere questi malavitosi in un certo senso anche simpatici, perchè quello che risalta sempre in questi casi è la loro stupidità. La bellezza del personaggio di Lucia invece risiede proprio nella sua complessità, nel fatto che è una donna forte, di potere, che comanda gli uomini! |
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Sdrammatizzare e smussare alcuni aspetti della malavita mi è sembrato un buon espediente per smorzare un po' l'idea che fosse il solito ambiente del sud, il Salento...non ha temuto di cadere un po' nei cliché? |
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Edoardo Winspeare: Principalmente ho utilizzato la bellezza del Salento, è una terra davvero stupenda, nella quale coesistono grande bellezza e grandì oscenità. Ho cercato solamente di raccontare quelle terre...e in questo quadro rientra anche il discorso dei personaggi minori, che raccontano il loro rapporto con quelle terre e con i soldi. Quello che è consolante è che alla fine vince sempre l'amore. |
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E' la prima volta che fa il cattivo? |
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Beppe Fiorello: Diciamo che è la prima volta che faccio me stesso, che tiro fuori la mia parte nera! Mi sono divertito, ho fatto riferimento alla mia infanzia! E'stato eccitante interpretare Infantino, anche se fondamentalmente è un perdente, un uomo 'costretto'. Riguardo agli stereotipi volevo aggiungere che il film è ambientato alla fine degli anni '80, inizio anni '90. Di conseguenza alcune cose che potrebbero apparire anacronistiche o non veritiere derivano proprio dal fatto che non è una rappresentazione attuale. Ad esempio le organizzazioni mafiose non le vediamo più nelle piazze o al bar, si parlano con il cellulare...sono cambiate molte cose. |
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Non credo che sia casuale che due film pugliesi come "Galantuomini" o "Il passato è una terra straniera" siano ambientati negli anni '80/90, in un certo senso gli anni della perdita dell'innocenza. Avrebbe senso ambientare il suo film ai giorni nostri? E poi...si sente spesso registi dire che affrontano storie forti senza dare giudizi. Non sarà il caso di cominciare a darli questi giudizi? |
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Edoardo Winspeare: Certamente è un momento storico importante, anche perchè prima la Puglia non faceva parte dell'immaginario del sud. Un po' è anche colpa nostra...non abbiamo grandi scrittori, né grandi personaggi, a parte pochissime eccezioni. C'è poi da dire che era un momento particolare anche per il discorso relativo agli sbarchi degli albanesi e per la caduta del muro di Berlino...
Per quello che riguarda il giudizio morale devo dire che sono molto interessato alla contrapposizione bene/male. Soprattutto al Sud è difficile trovare le due cose separate, siamo tutti un po' collusi in un certo senso. Però credo che quando si narra la cosa più importante sia farlo bene, già solo quello è una forma di azione morale. Nel senso...è vero che si capisce che stiamo "dalla parte del bene", ma siamo interessati soprattutto a capire come si finisce dalla parte del male. C'è poi anche un po' di fascinazione, d'accordo, ma il giudizio morale dev'essere soprattutto relativo alla bellezza del film. |
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