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Intervista: Madison

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Nell'ambito dell'indagine sulle sale 'di quartiere' romane, per la prima puntata sentiamo Rodolfo Ilari, gestore del cinema Madison, nato nella zona San Paolo - Ostiense alla fine degli anni Sessanta come monosala e sviluppatosi fino alle attuali 8 sale. Il Madison è l'unico multisala d'essai, ed è gestito fin dalla nascita dalla famiglia Ilari; è dotato di proiettore digitale 4k ed attrezzato per le proiezioni in 3D, ma la maggior parte dei film scelti sono stampati solo in pellicola. Intervista realizzata da Flavia D'Angelo.
Intervista Madison: Domanda 1Il Cinema Madison ha oggi otto sale ma ha aperto come monosala…
Negli Anni Sessanta la legge impediva di aprire un cinema a meno di due chilometri dal concorrente più vicino, quindi per sei anni lo spazio del Madison era rimasto inutilizzato. Nonostante l’accordo con le Ferrovie dello Stato – proprietarie del palazzo – per l’utilizzo dei 1840 metri quadri del cinema, la situazione si sbloccò solo quando subentrò l’attuale proprietà. Nel 1967 il Madison fu inaugurato con la proiezione di “El Dorado”, con John Wayne.
In quegli anni il quartiere era molto diverso da adesso: innanzi tutto era più piccolo, e meno popolato. Il palazzo di fronte al cinema ce lo siamo visto crescere davanti, prima la zona era più isolata e il rapporto con la sala diverso. L’uscita di un film al cinema era un evento atteso dal pubblico, e l’afflusso di spettatori costante. Con il boom delle televisioni commerciali degli Anni Ottanta molte sale di Roma si trovarono in difficoltà. Il Madison aveva il vantaggio di un buon accordo con le Ferrovie dello Stato per quanto riguardava il canone di affitto, e già nel 1987 abbiamo aperto la seconda sala.
Intervista Madison: Domanda 2La trasformazione in multisala è stata una necessità dettata dal cambiamento dei gusti degli spettatori o una scelta commerciale?
Siamo passati da due a quattro sale nel 1993 e da quattro a otto sale nel 2003. L’ampliamento è stato possibile anche per la particolare struttura del cinema, riducendo lo spazio di alcune sale durante i lavori di ristrutturazione. Alla base di questa scelta c’è il desiderio di variare il più possibile la programmazione, offrendo più film al pubblico. Se mi chiedessero quale sia la cosa più importante per un esercente risponderei sicuramente mettere in programmazione il film giusto all’orario giusto. E’ il film che fa la sala, e non il contrario.
Oggi variamo anche la programmazione nelle sale durante la giornata: arriviamo a proiettare fino a tredici film al giorno. Abbiamo cercato negli anni di costruirci la reputazione di “multisala d’essai”: il nostro è un pubblico affezionato e indirizzato verso il cinema d’autore, di cui può trovare ampia scelta nella sala “di quartiere”. La sala tradizionale non può competere con i multiplex – molti dei quali hanno aperto negli ultimi anni – sulla programmazione commerciale, ma il pubblico del Madison è costante e risente meno di altri della concorrenza con la programmazione televisiva o con altri eventi.
Intervista Madison: Domanda 3Come si gestisce un multisala così grande?
La nostra famiglia si occupa di ogni aspetto della gestione della sala. Siamo in tre a gestirla, più due dipendenti. In cinque persone in tutto riusciamo a far funzionare otto sale, con programmazione variata nella giornata: in teoria, servirebbero una decina di persone per fare tutto. Il nostro segreto è conoscere veramente il funzionamento di una sala, e questa conoscenza da sola rappresenta metà dell’organizzazione necessaria.
Intervista Madison: Domanda 4Cosa pensate del passaggio alla proiezione in digitale e dell’arrivo del 3D nei cinema?
Per ora noi proiettiamo in pellicola, anche se non escludiamo di passare interamente al digitale in futuro. Il Madison è l’unico cinema a Roma a avere un proiettore digitale 4K in una sala, quindi siamo attrezzati anche per la programmazione in 3D e pensiamo di attrezzare a breve anche una seconda sala.
Il nostro problema è legato al tipo di programmazione che facciamo: soprattutto i film italiani d’autore non hanno ancora copia digitale. Il fatto è strano, in quanto spesso non riusciamo a averli in sala perché il distributore stampa poche copie, temendo di spendere troppo rispetto agli incassi. Le copie in pellicola sono quindi limitate, e spesso alcune sale sono privilegiate rispetto ad altre nel noleggio. Se il passaggio alla copia digitale fosse completo, potremmo avere i film richiesti dal pubblico in più sale, con un vantaggio innanzi tutto per il distributore.
Intervista Madison: Domanda 5Oggi la tendenza è quella del produttore che è contemporaneamente distributore ed esercente…
Il problema non è tanto nella sovrapposizione tra produttore e distributore, ma nel fatto che i distributori stiano diventando anche esercenti. I grandi distributori sono gli unici a avere i mezzi finanziari per aprire nuove sale, o acquistare quelle “storiche” in vendita. Questo pone due problemi: innanzi tutto, diminuisce lo spazio per i film prodotti da indipendenti, che troveranno sempre più difficile lo sbocco commerciale.
Inoltre, c’è un contrasto fondamentale tra l’interesse del distributore e quello dell’esercente: il primo vuole piazzare il film in più sale possibile, il secondo vorrebbe una qualche “esclusiva” per aumentare gli incassi della sala. Se le due figure si sovrappongono si rischia di avere una situazione in cui il distributore-esercente non avrà interesse a dare la copia del film a noleggio a altre sale, danneggiando molto la loro capacità di competere sul mercato.
Intervista Madison: Domanda 6Ultimamente si parla molto dell’arrivo nelle sale di “contenuti alternativi” competitivi quali, ad esempio, concerti o partite di calcio trasmesse via satellite…
Stiamo considerando la possibilità di acquistare l’antenna per la trasmissione satellitare, ma per quanto riguarda i “contenuti alternativi” non vedo la grande novità. Io programmavo già “contenuti alternativi” nelle prime sale che ho gestito: nel 1954 mettevo un televisore in mezzo alla sala e facevo vedere “Lascia o Raddoppia”. Il cinema era sempre pieno.
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