Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Marco Tullio Giordana

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Unico film italiano in gara a Cannes, Quando sei nato non puoi più nasconderti rappresenta l’ideale terza parte dell’ultimo successo televisivo (ma anche di pubblico in sala) di Marco Tullio Giordana, La meglio gioventù. Apparentemente meno politico de I cento passi, ma non meno nel profondo delle problematiche e delle tradizioni di questo paese, come risulta dalle motivazioni che svela nella conferenza stampa e nelle interviste riguardanti il film in gara il 16 Maggio.
Intervista Marco Tullio Giordana: Domanda 1Qual è la molla principale che l’ha portata a girare questo film?
Volevo dire qualcosa sull’Italia di oggi: avevo raccontato gli anni ‘70, quelli dei miei esordi, stavolta sentivo l’esigenza di raccontare una storia su persone che vedo, conosco e mi incuriosiscono ma che di rado si vedono al cinema. Mi interessava chiedermi cosa pensano, cosa vogliono e come vivono queste persone senza fornirne una stereotipizzazione semplificatoria. Voler raccontare una realtà senza sentircisi superiori, perché ogni personaggio ha qualcosa di particolare ed interessante da raccontare.
Intervista Marco Tullio Giordana: Domanda 2In effetti sembra un film più sull’Italia che sugli extracomunitari.
Certamente. In un secolo l’Italia ha visto emigrare sessanta milioni di persone, l’esperienza della sofferenza dello strappo è propria del passato di numerosissime famiglie, e per questo dovremmo essere più comprensivi: gli immigrati extracomunitari d’oggi sono lo specchio della nostra storia. Un giorno, per fortuna, saranno loro stessi a fare un film sugli emigranti dei nostri tempi.
Intervista Marco Tullio Giordana: Domanda 3Il film esprime un senso di colpa tipico d’un popolo cattolico?
Non credo affatto che le questioni di coscienza riguardino l’esser cattolici, anzi: un cattolico si libera facilmente d’un problema morale confessandosi. Solo una minoranza possiede profondamente questa sensibilità, e qualcosa può esser fatto solo attraverso esperienze di vita quotidiana, non attraverso processi interiori.
Intervista Marco Tullio Giordana: Domanda 4Scegliendo di vedere la storia dagli occhi del bambino, ha dovuto rinunciare a molte cose?
No, a nulla. Scegliere di vedere le cose e la realtà dal punto di vista di un ragazzo di dodici anni significa privarsi di qualsiasi sociologia e ideologia, avere uno sguardo innocente e senza pregiudizi, e trovo che questo sia un vantaggio per illustrare qualcosa. Il cinema non deve spiegare ma raccontare, quando non fa questo diventa pretenzioso e pecca di falsa coscienza.
C’è anche un altro aspetto che mi ha fatto propendere per raccontare ciò che vede Sandro: non potevo far mio altro punto di vista, non so cosa provino gli emigranti.
Intervista Marco Tullio Giordana: Domanda 5Però Sandro matura.
Inevitabilmente, attraverso la sua curiosità, Sandro inizia a diventare uomo: il suo uscire dal mare rappresenta la nascita d’una nuova fase della vita.
Intervista Marco Tullio Giordana: Domanda 6Le sequenze sul mare sono state girate in mare aperto?
Sì, ho preferito girare al largo della Puglia, ritenevo fosse più utile che ricostruire tutto quanto in studio. Dove ho invece ricreato l’ambiente della fabbrica-formicaio del finale.
Intervista Marco Tullio Giordana: Domanda 7A proposito: è vero che il finale del film non è quello inizialmente stabilito?
Sì; originalmente era molto più drammatico e comprendeva anche una colluttazione tra i tre protagonisti della scena. Perfetto drammaturgicamente, chiudeva il film in modo ineccepibile, ma non lo sentivo mio. Secondo me avrebbe reso la storia troppo estrema e così sopra le righe da non essere più il paradigma di niente; sarebbe diventato un ottimo noir, probabilmente, ma troppo dimostrativo nel voler spiegare tutto, senza riuscire a comunicare la mia vera esigenza.
Intervista Marco Tullio Giordana: Domanda 8Come si è svolto il lavoro sul romanzo di Maria Pace Ottieri?
Intanto non lo definirei un romanzo, ma un libro-inchiesta. Partendo dalla sua indagine ho immaginato una storia paradossale, il rovesciamento di una persona che perde d’improvviso i propri privilegi. Il titolo, che è realmente il nome d’un africano, è una splendida metafora: non è possibile chiudersi agli immigrati, all’altro; bisogna accettare e governare un cambiamento, senza nascondersi.
Inoltre il libro ha svolto un ruolo fondamentale per raccontare la storia gettandosi completamente nella realtà, sfuggendo tanto una retorica da invecchiamento quanto un’antiretorica tipicamente giovanile.
Intervista Marco Tullio Giordana: Domanda 9Perché questo ritorno al cinema, dopo la parentesi televisiva de La meglio gioventù?
Ho paura che l’esperienza de La meglio gioventù sia irripetibile: questo film ne è idealmente la terza parte, e per la televisione era stato pensato. Misurarsi con un pubblico vasto e generalista come quello televisivo è una sfida stimolante, ma si ha troppo spesso a che fare con dirigenti poco coraggiosi o direttori di network che diffidano del proprio pubblico. Troppi interessi, troppi poteri.
Intervista Marco Tullio Giordana: Domanda 10Quando sei nato non puoi più nasconderti sembra avere alcuni punti in comune col cinema di Gianni Amelio: il finale de Il ladro di bambini, Lamerica.
Tutto vero, gli sceneggiatori Sandro Petraglia e Stefano Rulli sono gli stessi, ed io amo Amelio: più di tutti Così ridevano, un film incredibilmente innovativo sul piano drammaturgico. Non nascondo d’ispirarmi ai miei registi preferiti, e sono orgoglioso che il pubblico e la critica se ne accorgano.
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