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Il film a sorpresa in concorso al 62° Festival di Venezia è Takeshis': con questo film Kitano fa ritorno al Lido, dove vinse nel ’97 con Hana-bi, due anni dopo la sua ultima apparizione, con Zatôichi. In conferenza stampa svela, candidamente, i retroscena della partecipazione ‘a sorpresa’... |
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Takeshis’ è in concorso al festival come film sorpresa: che effetto le fa? |
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Sinceramente non sapevo cosa volesse dire ‘a sorpresa’. <...>L’organizzazione ha deciso di far partecipare il film con questa formula semplicemente perché non eravamo sicuri di finirlo per la Mostra, eravamo talmente indietro col lavoro che proprio durante il festival di Cannes stavamo ancora girando. |
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Il film è basato sul riflesso speculare tra Beat e Kitano. Quanto ha messo di suo in questa storia? |
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Inizialmente avevo in mente un solo personaggio, che entrasse in diversi mondi. Poi ho cambiato idea facendo qualcosa che si avvicinasse di più a me, anche se tra più personaggi. L’idea ultima era di poter governare delle marionette, creare uno spazio nuovo, diverso, magari disturbare il pubblico, che probabilmente non si divertirà tanto, ma spero che qualcuno possa risvegliarsi con questo film.
Sulla specularità tra Beat e me vorrei puntualizzare: non interpreto me stesso, è solo un personaggio. Ho molti, ad esempio, ma nessuno mi ha mai perseguitato; l’unica che controlla sempre dove sono è mia moglie... |
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Qual è il significato del soldato americano che appare ad inizio e a fine film? Va letto come un riferimento all’attualità? |
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I riferimenti all’attualità, se ci sono, nascono dal mio inconscio: con le scene di guerra ho voluto riferirmi all’influenza che il cinema americano ha avuto tanto su di me quanto sul cinema giapponese in generale. Ho pensato ai registi del dopoguerra, Yasujiro Ozu e tutta la sua generazione, non all’attualità; ed ho pensato a me stesso, al sogno dei soldati americani che avevo da bambino, ed ho voluto metterlo nel film. |
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Il suo protagonista prende in giro la yakuza, ma fa abbondantemente uso di pistole. Ha una giustificazione questo apparente controsenso? |
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Prendere in giro la yakuza, una cosa teoricamente paurosa, provoca per contrasto un notevole effetto comico. Per quanto riguarda le pistole vanno lette in antitesi con le spade: con le pistole finisco prima le scene, è tutto più veloce. |
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Tra le righe si percepisce un’amarezza di fondo. Perché? |
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Mi dispiace che si percepisca amarezza: nel mio film sono presenti una pluralità di sentimenti, non solo l’amarezza. Non state a cercare troppi significati, in fondo è solo un film, non intendo fare grossa morale. In questo film in particolare, poi, non c’è molto da capire, meno che mai l’amarezza. |
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Considerando anche il titolo, potrebbe questo film essere una sintesi delle sue opere precedenti? |
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In un certo senso. Ho fatto decine di film; questo è la parte finale, almeno per quanto riguarda un certo tipo di opere, è come se avessi finito di avvitare una vite, ora sono pronto per cominciare un’altra. Il mio prossimo lavoro sarà diverso, sarà divertente, magari mi occuperò di personaggi femminili, anche se non è il mio forte... |
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