Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: M. Night Shyamalan

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Il 12 giugno esce "E venne il giorno", infelice traduzione di "The Happening", l'ultimo film di M. Night Shyamalan.
Accompagnato dal protagonista Mark Wahlberg, il regista di origni indiane ha incontrato la stampa romana all'Hotel de Russie. Tra la preoccupazione reale per il futuro della terra, e quella esagerata per la sicurezza individuale, Shyamalan parla dei capisaldi del genere horror degli anni '50, i suoi punti di riferimento; quando arriva a Kubrick, la sua diventa una vera a propria lezione di regia.
a cura di Glauco Almonte
Intervista M. Night Shyamalan: Domanda 1Pensa che potremmo definire questo suo film un film ambientalista, o ecologista?
Devo dire che in ogni film che ho realizzato fino ad ora c’è sempre qualcosa che ha a che vedere con una mia preoccupazione, una mia paura el momento. Se ho preoccupazioni di tipo famigliare allora magari anche il film ha a che vedere con la famiglia o con la perdita della famiglia. In questo caso ero sinceramente preoccupato per il futuro, e la paura per il futuro credo che caratterizzi tutta la mia opera.
Intervista M. Night Shyamalan: Domanda 2Quali paure ci sono alla base di questo tipo di film?
Per questo film mi baso un po’ anche su le paure che c’erano negli anni ’50 e ’60, paure a proposito di quello che sarebbe successo al mondo, film come “L’invasione degli ultracorpi” o “La notte dei morti viventi”. Attualmente ci ritroviamo in una fase in cui c’è questa nuova paura di ciò che potrà succedere al mondo, cito film come “Io sono leggenda”, “Cloverfield”, ancora una volta questa ansia per il futuro.
Intervista M. Night Shyamalan: Domanda 3Si possono citare molti film di fantascienza o del modello apocalittico. Da quali ha tratto ispirazione?
Prima ho parlato de “L’invasione degli ultracorpi”: i momenti che mi hanno colpito e anche spaventato di più sono, ad esempio, quello della scena in cui il bambino dice “sembra mia madre, questa, ma non lo è”; un momento pauroso, in cui ci rendiamo conto che le persone che pensiamo di conoscere bene e che amiamo all’improvviso cominciano a comportarsi all’opposto di quello che noi ci aspettiamo. Questo è qualcosa che mi ha portato a dare quest’impronta di “film di sopravvivenza” al mio film.
Un altro dettaglio: finito il film avevo la possibilità di scegliere tra una decina di sequenze per i titoli di testa e di coda, c’erano scene di DNA, di fantascienza, ho scelto la sequenza delle nuvole e sono stati i miei figli ad accorgersi che anche ne “L’invasione degli ultracorpi” c’è ugualmente una scena delle nuvole.
Intervista M. Night Shyamalan: Domanda 4C’è un tema ricorrente nei suoi film, la perdita della fede e la riconquista tramite un evento straordinario…
Tutti i personaggi principali dei miei film sono io, tranne quelli che interpreto io stesso. Il personaggio ha in sé, in qualche modo, una fede da recuperare. In questo caso il personaggio interpretato da Mark Wahlberg crede profondamente nella donna che ha scelto e crede ancor più che questa donna ridiventerà ciò che lui sa che in profondo lei è ed è sempre stata, una sorta di fede cieca.
Io credo che alla base di ogni film, almeno dei miei, ci sia sempre qualcosa di spirituale, anche se all’inizio non se ne parla. Questo è qualcosa che rende molto forti le reazioni del pubblico, anche quando non piacciono creano delle emozioni emotive profonde.
Intervista M. Night Shyamalan: Domanda 5Perché una ribellione della natura, delle piante – come ne “La cosa da un altro mondo”?
Molte delle cose che vedete nel film le andavo leggendo o ascoltando nei giornali e in televisione, la scomparsa delle api negli Stati Uniti ha avuto molta eco, anche il batterio antico emerso dalle acque in Australia è una notizia vera, la settimana scorsa ho letto di neurotossine trovate nella vegetazione in un lago in Thailandia. Quest’idea di un’interconnessione totale tra tutto ciò che esiste ci dà una prospettiva, un approccio necessariamente diverso: non siamo noi che osserviamo tutto il resto, ma siamo parte del resto.
Intervista M. Night Shyamalan: Domanda 6Nel suo film precedente si faceva accenno ad un uomo del destino, che avrebbe letto un libro… qualche riferimento ad Obama?
La cosa strana è che nel copione originale di “Lady in the water” per lungo tempo c’è stata la descrizione di questo personaggio, un uomo afroamericano. L’ho tolta perché i primi spettatori coglievano di più il discorso razziale, ma il film era un modo per raccontare l’impatto che le nostre storie hanno sugli altri, possono modificare la vita di altre persone senza volerlo.
Intervista M. Night Shyamalan: Domanda 7Alcune immagini sembrano già viste, da qualche parte. Che fonti ha avuto di ispirazione grafica? Quadri, illustrazioni, fumetti?
Questo film, fatto per far paura, si svolge tutto alla luce del giorno. Prendo molto da Hitchcock, a livello visivo, ma anche dall’estetica giapponese, da Kurosawa, e soprattutto da Kubrick; mi sono dovuto trattenere dal fare inquadrature troppo alla Kubrick, con l’obiettivo ampio, con certe posizioni dei personaggi, certi movimenti.
E’ sempre il modo in cuoi uno alza la cinepresa, l’inquadratura che fa, che ti trasmette questa nota “musicale”. Facendo la stessa inquadratura in cui riprendiamo una folla, mettere la folla al centro dell’inquadratura crea una sorta di equilibrio che è quasi innaturale e quindi imperfetto, come se qualcosa stesse per accadere; la persona si sente sollevata nel momento in cui il regista sposta l’inquadratura della massa di gente a destra o a sinistra. Se poi l’inquadratura va dall’alto verso il basso leggermente, questo cambiamento di visuale diventa un qualcosa che intimidisce chi osserva. Se invece è sullo stesso livello, paritaria, dà un’idea di conversazione, di dialogo continuo; e poi basta alzare leggermente l’inquadratura di una decina di centimetri, chi osserva ha bisogno di ridefinire, di togliersi da quella situazione una volta che è stata data. Ad esempio, potevo chiedere al mio direttore della fotografia di alzare leggermente l’inquadratura quando l’attore era spaesato e aveva bisogno di ridefinire qualcosa.
Intervista M. Night Shyamalan: Domanda 8In questa tragedia catastrofica i cittadini sono come abbandonati a loro stessi, non si vede mai lo Stato:
Quando ho riflettuto su come impostare la cosa ho sentito che nelle 36 ore in cui si svolge la vicenda, con un isolamento progressivo sempre più forte dei personaggi, non consentiva e non prevedeva un intervento così massiccio da parte dello Stato.
E poi c’è un altro aspetto da tener presente: oggi è esperienza comune venir a sapere di eventuali incidenti, perdite, tragedie familiari, da amici, corrispondenti, dalla CNN prima ancora che le autorità riescano ad identificare e a raggiungere i parenti di una vittima.
Intervista M. Night Shyamalan: Domanda 9Ci dica qualcosa a proposito della classica paura americana del proprio vicino di casa, altro grosso terrore dei superstiti nel film:
Quella dei vicini credo che sia una paranoia esclusivamente statunitense. Il cortile dietro la mia casa oggi è tutto recintato, alto, mentre quando ero giovane io mia madre mi diceva semplicemente “torna per cena”. Mia moglie è molto intelligente, eppure non riesco a convincerla in alcun modo che da quando ero ragazzino io a oggi le statistiche riguardo i rapimenti dei bambini che giocano in cortile non sono cambiate, non c’è stato questo terribile aumento di male fatto ai bambini. Dove viviamo noi l’ultimo fatto grave è successo nel 1984, quando un uomo è stato assassinato, dopodoché credo che non ci sia stato nemmeno un furto d’auto.
Man mano che giravamo ci addentravamo sempre più nella campagna, alla fine abbiamo trovato questa casa e il tizio che ci viveva non era mai uscito di casa, non aveva mai visto un film, voleva incontrare “il responsabile della cosa”… mi guardava completamente incredulo, chiedendomi: “sei tu quello che fa tutti i soldi da questa cosa?”. Nel giro di due ore avevano eretto nel campo una roce gigantesca: era spaventato da ciò che ci vedeva fare. Quando siamo entrati in quella casa, la lampada era ricoperta dalla pelle del loro gatto che era morto… io non ho toccato nulla! E la nostra era una situazione naturale: potete immaginare in una situazione di crisi cosa possa succedere.
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E venne il giorno
di M. Night Shyamalan
Fantascienza, 2008
91 min.
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2015  The visit
2013  After Earth
2010  L'ultimo dominatore dell'aria
2008  E venne il giorno
2006  Lady in the Water
2004  The Village
2002  Signs
2000  Unbreakable - Il predestinato
1999  Il sesto senso