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Esce nelle sale italiane venerdì 10 febbraio "Com'è bello far l'amore", prima commedia 'family' italiana in 3D, originariamente annunciato col titolo di lavorazione "Sex in 3D". Al centro della scena Andrea (Fabio De Luigi) e Giulia (Claudia Gerini), coppia senza più passione che vede saltare i propri equilibri con l'arrivo di Max (Filippo Timi), pornodivo e amico di vecchia data di Giulia. In questa breve intervista, diffusa dall'ufficio stampa del film, Fausto Brizzi racconta il suo nuovo film, che uscirà anche nella versione in 2D. |
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Com’è nata l’idea di questo film? |
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Desideravo affrontare in modo divertente un argomento come il sesso che per noi rappresenta tradizionalmente un tabù, e la scommessa era farlo con un film family. Nella sceneggiatura, scritta con Marco Martani ed Andrea Agnello, abbiamo inserito un po’ tutto quello di cui ci piacerebbe parlare liberamente nei salotti o nelle cucine di casa nostra, senza osare farlo quasi mai. L’approccio è simile a quello che si ha quando in un gruppo di amici si inizia a parlare di sesso e, dopo qualche minuto, la risata è assicurata. Assistendo al film, che non sarà vietato ai minori, il pubblico durante i primi minuti prenderà un po’ le misure (dicendosi: “parliamo di sesso, posso ridere?”) dopo di che mi auguro che la visione sia liberatoria per tutti e che le coppie abbiano voglia di tornare subito a casa a fare l’amore: del resto durante la storia si afferma chiaramente che la sala cinematografica è stata inventata per rimorchiare e pomiciare. |
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Che cosa si racconta in scena? |
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I primi dieci minuti sono ricchi di colpi di scena, c’è un po’ di cinema nel cinema, dei cartoon, si scherza sui generi mentre Filippo Timi introduce la storia. I protagonisti sono una coppia di quarantenni che attraversano una profonda crisi matrimoniale e non fanno l’amore da tempo: si tratta di Andrea (Fabio De Luigi) e Giulia (Claudia Gerini) che vivono con un imbranato figlio diciottenne alle prese con le prime esperienze sessuali (Alessandro Sperduti). Quando i due decideranno di ospitare in casa per un certo periodo il migliore amico della donna, Max (Filippo Timi) - professione pornodivo - cominceranno grazie ai suoi consigli a ravvivare la loro vita sessuale. Ad aggravare la convivenza, ad insaputa di Andrea, nella mansarda in cui Max è ospite si infila Vanessa (Giorgia Würth), una collega pornostar ingenua e spiazzante, un po’ simile alla Mira Sorvino de “La dea dell’amore” di Woody Allen: per lei il sesso non rappresenta solo il suo lavoro ma la sua passione, lo pratica e lo racconta con estrema disinvoltura. |
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Che cosa vi siete riproposti scrivendo la sceneggiatura? |
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Soprattutto ironizzare sull’importanza del sesso: le coppie spesso si lasciano perché non fanno più l’amore e quando smettono di farlo ognuno trova tempo per notare i difetti dell’altro che altrimenti quando va tutto bene passano in secondo piano. Ci divertiva poi mostrare l’inadeguatezza dei due protagonisti che si lanciano con esiti comici in un vortice di divertenti giochi erotici, dark rooms, anelli vibranti e scambi di coppia, cercando di mettere in pratica tutti i consigli “tecnici” dell’amico attore hard che afferma di aver fatto l’amore con 5000 donne nella vita (ma lui minimizza schernendosi: «è solo lavoro»). Ho prodotto il film con la mia società Wildside ed ho avuto per la prima volta una vera libertà creativa. Ci siamo accordati subito sul tono della vicenda: pur andando a toccare corde “pepate” non dovevamo mai sconfinare nel volgare, questi erano i patti, e credo proprio che ci siamo riusciti. Oltre ad essere un film divertente, ha anche in un certo modo una funzione “educativa” perché si parla di preservativi e di sesso sicuro. |
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Come mai ha scelto di girare il film in 3D? |
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Mentre scrivevo la sceneggiatura ho inviato a studiare il 3D in America il mio direttore della fotografia Marcello Montarsi e la mia montatrice Luciana Pandolfelli, che sono tornati con esperienza sufficiente per impiantare un 3D adeguato agli standard migliori. Il grande pubblico forse ignora che se qualche volta si trova a disagio ed infastidito dalle immagini a tre dimensioni questo avviene perché è stata fatta una riconversione dalla normale versione in 2D, mentre quando si gira direttamente in 3D si possono usare tutte quelle accortezze che lo rendono pienamente godibile. Usciremo nelle sale con le due diverse edizioni naturalmente. Credo che tutti i film andrebbero girati in 3D perché quella è la nostra visione nella vita, mentre finora ci siamo adattati alla visione classica di sempre. Oggi dopo un anno in cui sono stato a contatto con il nuovo sistema mi sono così abituato che quando guardo dei film in formato diverso mi sembrano strani e “antichi”. Credo inoltre che il 3D nelle scene di commedia riesca a regalare un senso di maggiore realismo e ad amplificare le risate, perché ti dà la sensazione di trovarti nel salotto di quella casa a guardare tutto quello che accade. |
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