Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: David Lynch

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Passato a Venezia in occasione della consegna del Leone d'Oro alla carriera a David Lynch, "INLAND EMPIRE" è un'esperienza unica per lo spettatore. Un viaggio tra incubi, stati mentali allucinati e sdoppiamenti della personalità dove, un'attrice (Laura Dern), è chiamata a recitare in un film ma non riesce più a capire qual'è la realtà in cui vive. Lynch ha girato il film scrivendo la sceneggiatura giorno per giorno e usando - per la prima volta - il digitale. Nel cast anche Jeremy Irons.
Intervista David Lynch: Domanda 1Come definirebbe Inland Empire?
Come La dolce vita soltanto che gran parte della dolcezza si è persa. La vita è da quel punto di vista un po' strana: tutti quanti noi intravediamo una strada superficiale, ma al tempo stesso proviamo tanti percorsi interiori.
Intervista David Lynch: Domanda 2E' a questa interiorità che si riferisce anche il titolo?
Inland Empire fa riferimento ad una zona di Los Angeles, ma - al tempo stesso - il titolo potrebbe avere altri significati. La grande interiorità che tutti abbiamo è come un impero. Faccio meditazione trascendentale da trentatré anni: questa tecnica antichissima mi ha consentito di fare un salto dentro essa. La prima volta che l'ho provata è stato come entrare in un ascensore dove ti hanno tagliato i fili. Felicità, intelligenza e creatività pure mi hanno avvolto sin dal primo momento. Il dono è sempre più grande quando entri ad esplorare questo mondo di coscienza pura che siamo noi. Qualcuno lo chiama anche "il regno dei cieli". La vita migliora sempre quando fai questo tipo di meditazione.
Intervista David Lynch: Domanda 3Cos'è per lei il cinema?
Un'esperienza straordinaria: qualcosa che, forse, non ti "salva la vita", ma che è particolarmente gradevole da apprezzare e amare. Fare cinema è meraviglioso.
Intervista David Lynch: Domanda 4Quanto contano le ambientazioni nei suoi film?
Moltissimo: il sentimento che può emanare un luogo arriva al pubblico con delle idee. Quando trovi un luogo adatto a dove girare un tuo lavoro, il suono e le luci che si adattano al posto sono fondamentali.
Intervista David Lynch: Domanda 5Il suo cinema è ricco di suggestioni: esiste una chiave per interpretare i suoi film?
Una delle cose più belle degli esseri umani è avere l’intuizione: la usiamo tutti i giorni nella vita, ma - nel cinema - questo sentimento non riceve più alcun affidamento. Il pubblico sa le cose, le capisce. Non servo certo io a spiegarle. La spiegazione dei miei film è lì davanti agli occhi di tutti. La spiegazione di chiunque lo veda non sarà, forse, simile alla mia, ma non importa. Il cinema serve a portarti in altri mondi. Amo tutti i film che mi fanno sognare e che mi portano ad esplorare altri universi. Adoro le astrazioni e il cinema può fornire delle astrazioni. Mi piace la struttura e così mi piacciono le astrazioni all’interno di una storia solida. La storia e la maniera in cui viene raccontanta. Mi creda, questa cosa, il cinema è una cosa meravigliosa...
Intervista David Lynch: Domanda 6Come sceglie e come lavora con gli attori dei suoi film?
E’ difficile da spiegare a parole: cerco di avere l’attore giusto per la parte: guardo delle foto, incontro le persone che - fisicamente - mi sembrano avere una certa aderenza al personaggio, parlo con loro. Mentre li ascolto, vedo qualcosa nei loro occhi e - mentalmente - li vedo nelle scene che immagino. Cerco di trasformare le emozioni che mi danno in un film mentale. Qualcuno tra loro - alla fine - ce la fa a finire il film nella mia testa e ad attraversare tutte le scene in cui me li sono immaginato. Altri no. I primi sono quelli che scelgo per far fare loro un provino nella scena che io considero cruciale per la resa del personaggio. Facciamo una prova e io parlo con loro: pian piano li avvicino a quello che io desidero essere la loro interpretazione. Tutto si basa sull’idea originale che ho avuto mentre li ho incontrati per la prima volta. Ad un certo punto così come il mio musicista Angelo Badalamenti cattura una melodia che riesce ad espandere, loro riescono a centrare una sensazione su cui costruire la loro interpretazione. E’ su questa strada corretta che portano il loro talento. E’ qui - in questo momento - che nasce il sentimento alla base di tutto il film.
Intervista David Lynch: Domanda 7Come scrive la sceneggiatura di un suo film?
Io sto con le idee e le seguo. Per me, il mio lavoro è quello di stare sempre con le idee e vedere dove mi portano. E' molto importante come una persona entra in un mondo.
Il mio è un cinema basato sui sensi e - dunque - sull'intuizione. Quest'ultima è uno stato dell'anima, una sorta di stato di illuminazione che si raggiunge quando emozioni e intelletto viaggiano insieme. E'una vera sinergia in cui la fusione di entrambi gli elementi supera complessivamente l'intensità delle singole parti. Tutti noi la possediamo, ma poiché siamo ossessionati dalla razionalità non la usiamo così spesso come dovremmo e non ci fidiamo sufficientemente della nostra intuizione. Soprattutto al cinema. In realtà noi sappiamo molto di più di quanto permettiamo a noi stessi di dire. Personalmente so di essere molto bravo ad usare la mia intuizione. Una qualità che ho sviluppato attraverso la meditazione. Non amo spiegare il mio cinema e credo che nessun film abbia bisogno di spiegazioni. Sarebbe terribile. Tutto riguarda l'immagine e non le parole. Spesso inizio a girare senza sapere davvero in quale direzione andare.
Intervista David Lynch: Domanda 8Il suo è un cinema che sembra avere un rapporto peculiare con la realtà...
Sono interessato alla realtà, ma credo che il compito del mio cinema sia quello di esplorare mondi differenti. Adoro trovarmi davanti allo schermo e lasciarmi condurre verso universi sconosciuti. Mi piace addentrarmi in mondi e in territori che non conosco. Cinematograficamente è molto stimolante non sapere quello che - come regista o come spettatore - puoi o devi aspettarti da una storia. Adoro il mistero e sentirmi vulnerabile davanti all'immagine in movimento. E' qui l'intuizione che va usata fino in fondo: il miracolo del cinema sta soprattutto nella sua capacità di movimento e nel suo saperti condurre verso mondi diversi da quelli che esperiamo di solito attraverso e durante il nostro quotidiano. Il cinema serve a portarti in altri mondi. Amo tutti i film che mi fanno sognare e che mi guidano ad esplorare altri universi. Adoro le astrazioni e il cinema può fornire delle astrazioni. Mi piace la struttura e così mi piacciono le astrazioni all'interno di una storia solida. La storia e la maniera in cui viene raccontanta. Mi creda, questa cosa, il cinema è una cosa meravigliosa.
[ fonte: Leonardo Tosi, Cinema.it ]
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Inland Empire - L'impero della mente
di David Lynch
Drammatico, 2006
168 min.
Film diretti:
2006  Inland Empire - L'impero della mente
2001  Mulholland Drive
1999  Una storia vera
1996  Strade perdute
1986  Velluto blu
1984  Dune
1980  The elephant man
1977  Eraserhead - La mente che cancella
David Lynch
La sua musica e le colonne sonore
Festival di Venezia 2006
Leone d'oro a "Still life" di Jia Zhang-Ke