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L'affollatissima sala stampa della Festa di Roma 2007 accoglie, ricoprendoli d'applausi, due icone del cinema americano: Tom Cruise e Robert Redford che presentano l'ultimo film di 'Bob', "Leoni per Agnelli". La trama del film politca ed estremamente attuale porta il confonto su più piani, tutti delicati e molto personali. Tom parla molto, è in gran forma e come dirà "...lieto di essere a questa Festa, un'iniziativa importante in una città straordinaria come Roma!" |
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Com’è stato interpretare un ruolo così diverso da te, all’opposto della tua visione politica? |
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Facile se penso a Robert e Meryl, due personaggi straordinari, sempre all’avanguardia. Il Sundance è un Festival fondamentale in America, ha rotto con gli schemi così come Robert ha fatto con gli Studios, creando sempre cinema indipendente e personale. Quando hai a che fare con idee e persone così importanti ogni ruolo diventa più semplice.
Il mio personaggio è complesso e terribilmente reale; è molto intelligente e al tempo stesso così diverso da me che interpretarlo è stata una prova entusiasmante. |
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Un grande attore come Redford, come imposta la regia e soprattutto la recitazione? |
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E’ straordinario, ha un intelletto chiaro ed elevato, si cala nel personaggio e trova sempre le giuste atmosfere. Mi ricordo una scena, durante le riprese, dialogavo fitto con Meryl e sullo sfondo dietro lei c’era Bob. Improvvisamente mi sono distratto non ricordavo nulla del copione, avevo loro davanti e non riuscivo a pensare ad altro, solo a “La mia Africa”; mi sembrava di essere al cinema, loro bellissimi e giovani e non riuscivo a far altro che fissarli ammirato.
Speravo in una sceneggiatura così, vincente e appassionante come Redford, che ringrazio profondamente per avermi scelto. |
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Che ne pensi della giovanissima Festa del Cinema di Roma? |
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Conosco personalmente il sindaco Veltroni e lo stimo tantissimo, è un mio amico. Mi chiedo come sia stato possibile che a Roma, prima di lui nessuno ci abbia mai pensato. Questa città è il cuore e il centro dell’arte. Solo già l’aver fatto questo Festival è un grandissimo successo...Io sono fiero di esserci! |
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Il film potrà cambiare la decisione politica sulla guerra o perlomeno contribuire a un profondo ripensamento? |
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Ci tengo a specificare che non è un film di guerra ma di riflessione. E’ una solida presa di coscienza ad alta voce che coinvolge i diretti interessati. Mi sono chiesto se questo argomento sarebbe rimasto valido tra 5 o 10 anni e mi sono detto che l’Iraq e l’Afghanistan sono solo metafore, ogni epoca ha la sua guerra irrazionale da combattere e evitare perché non è mai la giusta scelta politica. Questo film, proiettato nelle Università americane ha suscitato scintille, dialogo e immedesimazione…quello che volevamo. |
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Come mai sei così spesso massacrato dalla stampa americana e non solo, per la tua adesione a Scientology? |
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Tutti dovremmo parlare liberamente, avendo il diritto di farlo. La comunicazione tra persone, paesi, razze e religioni, se reale supera ogni confine e diventa comprensione.
Io sono fortunato. Ho realizzato il mio sogno viaggiando e conoscendo diversità e mentalità. Ho sfruttato questo lusso per comunicare, scegliere, trovare una mia identità, senza avere nulla di prestabilito. Se riusciamo a comunicare liberamente tutti quegli inutili conflitti che ci circondano quotidianamente sembreranno diversi, molto più facili da superare. Non sopporto qualsiasi forma stereotipata. |
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